Condivido questa riflessione interessante della Redazione di Psicologi Online. Viene riproposto il grande tema delle consulenze psicologiche online e del rischio di svalutare, svendendola, l’importanza della professione psicologica e psicoterapeutica. Questa stessa riflessione si inscrive all’interno di un dibattito vivo e fecondo già in atto all’interno della comunità professionale. Mi riservo di scrivere presto in merito qualcosa di più approfondito.
“Buongiorno,
Oggi vogliamo condividere con voi una riflessione sull’evoluzione
repentina della consulenza psicologica online.
Ciò che sta succedendo nel mondo ha accelerato i tempi di almeno 5-10 anni.
La consulenza psicologica online esiste da molto, ma ha sempre
rappresentato un servizio abbastanza di “nicchia”.
Ora con la pandemia, nel giro di pochi mesi, la videoconsulenza psicologica
è stata invece completamente sdoganata, sia per il grande pubblico,
sia per i diretti interessati: gli psicologi.
Anche i professionisti più scettici, rigidi e “vecchia maniera”, nel giro
di poche settimane hanno modificato le loro convinzioni e hanno
abbracciato la possibilità di svolgere la professione con una modalità
totalmente inesplorata fino ad allora: online.
Tutto questo rappresenterebbe una grande opportunità per la categoria, giusto?
Ma come hanno reagito molti psicologi? Vi è capitato di fare un giro
sui vari social e visionare le decine e decine di nuove pubblicità sullo psicologo online?
Come hanno reagito? Purtroppo come spesso è accaduto
anche in passato: svendendo la professione.
Il problema è che fare gli sconti non è marketing. Sono capaci tutti
ad abbassare i prezzi per cercare di accaparrarsi qualche persona in più.
Ma questo è un danno incredibile per le persone, per tutta la categoria
professionale e per gli psicologi stessi che accettano tali condizioni di “lavoro”.
Se un portale offre il primo colloquio gratuito, il successivo portale
gratuitamente offre gratis i primi 3 colloqui.
Se un portale svende la consulenza a 40-45 euro, il successivo portale
abbassa il tariffario a 35 euro a seduta. Ma poi arriva il sesto nuovo portale
che prova a fare il “furbo”: “noi proponiamo i colloqui da 30 minuti
anziché 60 minuti così possiamo pubblicizzare colloqui a 29 euro”.
Senza contare che gli stessi psicologi poi dovranno lasciare fino al 35%
di commissione al network che li gestisce. Mettiamoci dentro le tasse
e cosa rimane al professionista se non la tristezza di vedere per l’ennesima
volta buttato al vento il rispetto per la professione dello psicologo?
L’aspetto solidaristico ci può stare assolutamente. Va bene offrire servizi
ad hoc – limitati – per le persone meno abbienti, se abbiamo il desiderio di proporli.
Il grande danno è invece la promozione di massa di servizi psicologici
lowcost che distruggono l’immagine della professione e confondono
gli utenti, i quali arriveranno a pensare che comprare psicologia
è come comprare il pacco di pasta nel supermercato dove costa meno, tanto è la stessa cosa.
Noi in qualche modo riusciamo anche a comprendere perché
alcuni psicologi lo fanno. Dopotutto vogliono solo lavorare. Talvolta è un
salvagente emotivo e un meccanismo di difesa. Per alcuni professionisti
la sofferenza di lavorare gratis o sottocosto è decisamente minore della
sofferenza che si proverebbe a sentirsi dei “falliti”, nei confronti di se stessi
e degli altri, per non riuscire a praticare la professione dopo tutto
l’investimento messo in atto per diventare psicologi.
Ammaliati da qualche colloquio lowcost garantito non riescono a
comprendere che si possono avere risultati nel lungo periodo solamente
se si tratta la professione con rispetto, impegno e strategia… non svendendola.
Magari li conosciamo e siccome gli vogliamo bene non diciamo nulla.
Invece è proprio perché gli vogliamo bene, li rispettiamo, crediamo
in loro e nella professione che rappresentano, che ognuno di noi dovrebbe
prenderli da parte e chiedergli: “Come sta andando il lavoro?… Guarda,
io ti voglio bene e so che quello che stai facendo nel breve periodo sembra
portarti qualcosina. Ma a queste condizioni ti stai svendendo, sarai sempre
con l’acqua alla gola e non riuscirai mai a sostenere la tua attività in modo efficace… vali molto di più!”.
Voi cosa ne pensate?
Nella speranza che si tratti solo di comportamenti dettati dalla confusione
di questo particolare momento storico, vi auguriamo buon lavoro e vi
ringraziamo per come avete affrontato a testa alta questo ultimo anno.
A presto!
Redazione Psicologi Online”